Il lavoro nel Canturino dall’età napoleonica a fine Novecento

 

Tiziano Casartelli, Il lavoro nel Canturino dall’età napoleonica a fine Novecento, vol. 1 e 2, Lyasis Edizioni, 2014.

 

Il nome di Cantù è indubbiamente legato alla produzione di mobili e merletti, ma la struttura produttiva di questo territorio è ben più complessa e articolata di quanto le semplificazioni tendano a mostrare.


Nel Canturino le prime manifestazioni di lavoro accentrato negli opifici sono legate allo sviluppo del setificio comasco, che a partire dai primissimi anni del XIX secolo creò le condizioni per la localizzazione di filande e torcitoi anche nei centri di provincia. Sarà un processo lento e per certi versi difficile da riconoscere, data la ridotta dimensione degli opifici; tuttavia il suo sviluppo fu inarrestabile e, nello spazio di alcuni decenni, in grado di modificare profondamente la vita civile dell’intero territorio.

Affrontando la storia del lavoro i due volumi indagano l’evoluzione dei sistemi di produzione e dei rapporti sociali, la nascita e lo sviluppo delle organizzazioni dei lavoratori, la capacità di conquistare i mercati urbani, nonchè il perfezionarsi del sistema dei trasporti, in grado di accelerare il movimento delle merci e dunque di imprimere impulso all’economia. Il primo volume delinea l’insieme di tutti questi aspetti nell’arco di tempo compreso tra l’età napoleonica e la fine del XIX secolo mentre il secondo analizza il consolidamento nel corso del Novecento delle attività produttive nate o sviluppate precedentemente e che con il tempo si erano affinate sino a raggiungere un alto grado di perfezionamento. L’affermazione del nome di Cantù era sempre più affidata al pizzo a fuselli e al mobile, i cui standard qualitativi erano ormai riconosciuti anche a livello internazionale; tuttavia la struttura produttiva di questo territorio è ben più complessa e articolata di quanto le semplificazioni tendano a mostrare. L’affermazione dell’industria del mobile favoriva la nascita di una serie di attività complementari, senza le quali il ciclo produttivo sarebbe risultato incompleto o impoverito: una sorta di indotto verticale che permetteva di disporre di ogni genere di lavorazione, una miriade di attività che costituivano un unicum prezioso e irripetibile.


Autore: Tiziano Casartelli

Editore: Lyasis Edizioni

Anno edizione: 2014

Pagine: 207 p. , ill. , Rilegato

Per informazioni scrivere a: canturium@virgilio.it